I genitori di Chiara Mercedes Lindl, la 20enne tedesca scomparsa nelle acque del lago d’Iseo il 1° settembre scorso in seguito a un incidente, mentre si trovava a bordo di una barca con alcuni amici, non si danno pace e continuano a cercare di recuperare il suo corpo dai fondali.

Nonostante le ricerche di gruppo siano terminate una ventina di giorni dopo l’allarme, scattato a Pisogne, dove i ragazzi tedeschi soggiornavano, il Nucleo sommozzatori dei Volontari del Garda, composto da undici sub capaci, esperti e attrezzati con le tecnologie di ricerca in acqua più all’avanguardia, tutti i fine settimana, dal giorno della scomparsa a oggi, scandagliano la parte di fondale tra Pisogne e Lovere dove s’è inabissata la giovane, per non lasciare niente di intentato e continuare a dare il sostegno operativo ai genitori della ragazza.

Fino ad oggi hanno il calato in acqua verso il fondale ben 1.345 volte il sonar rileva-presenze e perlustrato un’area di 29,2 chilometri quadrati compresi in un tratto d’acqua profondo tra 80 e 140 metri. Il raggio d’azione del sonar è di 30 metri nei punti critici e 50 metri dove il fondo è meno impervio.

Resta da scandagliare completamente la zona sud ovest, un tratto di mezzo chilometro quadrato dove fino a questo momento i controlli sono stati meno fitti: per ispezionarlo serviranno altri tre fine settimana. Ostacolo principale alle ricerche sono le tonnellate di legname, tra tronchi e rami, depositati sul fondo dalle piene del fiume.

A contribuire alle costose operazioni c’è la raccolta fondi su gofundme.com, piattaforma sulla quale sono stati donati 15mila euro.

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