Sono 71 i siti contaminati tra Brescia e provincia, presenti nell’elenco di Regione Lombardia, ai quali vanno aggiunti altri 190 siti potenzialmente contaminati. Una minaccia per l’ambiente, e indirettamente per la salute.

Nella mappa provinciale dei veleni spicca l’ex Selca di Berzo Demo, per la quale non ci sono novità al momento. Si sa che servono 20 milioni di euro per bonificare i 37 mila metri cubi di rifiuti presenti da 13 anni nell’ex ditta che smaltiva fluoruri e altri veleni industriali.

L’ultimo incontro svoltosi in autunno in Prefettura tra l’amministrazione comunale di Berzo Demo e le varie parti in causa aveva stabilito che la Comunità Montana contribuisse per 4 milioni di euro di fondi Odi che inizialmente servivano per la realizzazione di nuovi capannoni, la Regione mettese a disposizione 1,5 milioni, la Provincia 1 milione. Risorse da sommare ai 2 milioni di euro già presenti nelle casse della curatela fallimentare. In quel contesto il curatore aveva affermato di essere in contatto con un’azienda bresciana per le operazioni di trasporto dei rifiuti pericolosi in Austria.

Ma quella di Forno Allione non è l’unica area da bonificare della Vallecamonica: ci sono anche i siti inquinati di Darfo Boario Terme, su tutti l’ex acciaieria Sageter e l’ex area industriale Italsider, fino a quelli sul confine sebino di Pisogne: la discarica Pizzo, Palini Vernici, l’ex Metal fra e la ex Ols.

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