Sabato ricorreva l’80esimo anniversario del bombardamento della polveriera di Sonico, avvenuto il 29 marzo 1945. L’Associazione Fiamme Verdi della Vallecamonica e il Comune di Sonico hanno organizzato una cerimonia di commemorazione.

L’edificio di Rino, colpito dagli angloamericani per impedire ai tedeschi di rifornirsi di munizioni in fase di ritirata, è stato restaurato dieci anni fa per volontà delle Fiamme Verdi camune e grazie all’impegno Ezio Gulberti e viene considerato un Luogo del Ricordo, entrato a far parte del circuito dell’Ecomuseo della Resistenza in Mortirolo.

Nell’esplosione persero la vita 7 persone, 3 nell’immediatezza dello scoppio, che non fecero in tempo ad allontanarsi dalle casematte, e altre 4 nei giorni successivi, impegnate a bonificare i campi dalle bombe non esplose per poterli arare. I loro nomi erano: Giacomo Adamini, Teresa Accampi, Giacomo Bornatici, Domenica Branchi, Maddalena Masneri, Maria Agnese Pasquini e Maria Onesta Romelli.

Alla cerimonia di sabato, oltre a numerose autorità locali, hanno partecipato gli alunni dell’Istituto comprensivo, che hanno così compreso i sacrifici fatti dai loro avi durante la Resistenza e sono venuti a conoscenza di un fatto della storia della Seconda Guerra mondiale che riguarda Sonico e la Vallecamonica. Significativa la presenza, in veste di madrina della Casa della Memoria, l’unica testimone vivente del bombardamento, la maestra Carolina Romelli, che perse la madre nell’esplosione.

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