Per la prima volta la Brescia-Iseo-Edolo, come tutte le altre linee ferroviarie bresciane, non raggiunge lo standard minimo di affidabilità, definito da un indice calcolato sulla base di ritardi e soppressioni.

Un dato che incide non poco sulla vita di chi è costretto a spostarsi quotidianamente in treno per recarsi sul luogo di lavoro o di studio. Il “trenino” della Valle segna un indice di affidabilità del 5,35%, quando il minimo è fissato al 4%.

A tal proposito Trenord ha reso noto che a settembre gli utenti delle direttrici “bocciate” potranno acquistare l’abbonamento con lo sconto del 30%. Il “bonus” vale dunque anche per la linea camuno-sebina.

Per gli abbonamenti mensili il riconoscimento dello sconto (on line o in biglietteria) è automatico. Ma attenzione: la riduzione viene applicata all’acquisto dell’abbonamento del terzo mese successivo a quello per il quale si è verificato il superamento dello standard minimo di affidabilità. Nel caso di abbonamento annuale il bonus può essere richiesto alla scadenza dell’abbonamento stesso.

Amaro il commento di Dario Balotta di Europa verde: “Il piano emergenziale annunciato dall’amministratore delegato e direttore generale Marco Piuri avrebbe dovuto tamponare il collasso dell’azienda. Nonostante la soppressione di ben 150 treni giornalieri e la promessa e che ci sarebbero stati treni più affidabili e regolari, Trenord (che è partecipata al 50% da Fnm e al 50% da Fs) è ancora al collasso”.

La crisi, sostiene Balotta, si è aggravata nella “gestione inefficiente dei turni del personale di scorta (capi treno) e di condotta (macchinisti), nella manutenzione dei convogli nonostante le costose esternalizzazioni e la riorganizzazione denominata (deposito esteso)”.

“I treni nuovi  – fa notare Balotta – arrivano con il contagocce ed il personale diminuisce anziché crescere come promesso. A ciò va aggiunto che la rete gestita da RFI (gruppo FS) e FNM è sempre malfunzionante e causa anch’essa disservizi. Con le risorse pubbliche trasferite a Trenord e la crisi climatica in una regione come la Lombardia ci si aspetterebbero ben altri servizi” è la secca conclusione della denuncia di Europa verde.

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