(L’auto dopo il recupero, foto da Eco di Bergamo)

Dopo giorni di interrogativi, nel corso della settimana che sta per iniziare potrebbero arrivare delle risposte. I carabinieri del Nucleo investigativo sono al lavoro sulla carcassa della Ford Fiesta intestata a Rosario Tilotta e recuperata dagli abissi del lago d’Iseo giovedì sera, a Tavernola.

L’auto è custodita dalla carrozzeria Soardi di Costa Volpino. Qui, all’interno dell’officina, a porte chiuse, gli inquirenti che lavorano per conto della Procura di Bergamo, hanno effettuato i rilievi sulla vettura e annotato tutti gli indizi che potranno servire a ricostruire la dinamica con la quale 15 anni fa finì nel lago d’Iseo, giacendo fino a oggi a 80 metri di profondità.

Altre risposte arriveranno dalle analisi eseguite sul cadavere saponificato ritrovato e recuperato all’interno dell’auto. Prima di tutto bisognerà arrivare all’identificazione. L’autopsia dovrebbe avvenire nei prossimi giorni all’Istituto di medicina legale di Milano, dopo che i primi accertamenti avranno corroborato l’ipotesi che quel corpo sia ciò che resta di Ropsario Tilotta attraverso il prelievo del Dna e l’incrocio comparativo con quello dei familiari.

Intanto la moglie albanese di Tilotta è ancora all’estero, in Montenegro, dove vive da tempo, in attesa di una chiamata dai carabinieri. È stata lei, qualche giorno fa, a rendersi disponibile a rientrare a Bergamo per rispondere alle domande degli inquirenti sulla vita e la morte del marito Rosario, sparito dalla loro casa di Scanzorosciate nel luglio 2004, tre anni prima che anche lei e il suo secondo bambino lasciassero l’Italia.

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