Il ghiacciaio dell’Adamello rischia di scomparire entro la fine di questo secolo a causa del riscaldamento globale.
Bisogna fare qualcosa, subito: il primo passo è stata firma della “Carta dell’Adamello”, avvenuta venerdì al Rifugio “Ai caduti dell’Adamello” da parte di un gruppo di rettori, prorettori e delegati di alcune università italiane e dei presidenti del Comitato Glaciologico Italiano e del Cai Brescia.
Ai piedi dell’Adamello si è tenuta l’iniziativa “Cfc-Climbing for Climate”, promossa dall’Università degli studi di Brescia con la Rete delle Università Sostenibili, il Cai ed il Comitato Glaciologico Italiano.
La “Carta dell’Adamello” impegna i firmatari a realizzare iniziative che coinvolgano la società civile nel contrasto al riscaldamento globale, tramite una formazione specifica per gli studenti, la promozione di ricerche in grado di supportare uno sviluppo sostenibile ed attività di sensibilizzazione. Azioni urgenti, il cui scopo è quello di arrivare alla riduzione delle emissioni di gas serra, in particolare carbone, gas metano e petrolio.
La superficie del ghiacciaio dell’Adamello, stimata nel 1800 di oltre 30 chilometri quadrati, negli anni Venti del Novecento era a meno di 25 chilometri quadrati, nel 1997 era scesa a 17,93 chilometri quadrati e l’anno scorso è arrivata a misurare 14 chilometri quadrati, con la prospettiva di ulteriori diminuzioni.